Affaticamento articolare nel basket: l’esperienza di un giocatore di serie A
Alessandro Zanelli, giocatore in serie A, racconta come gestisce le problematiche articolari più tipiche per un giocatore di basket.
Non è necessario essere un esperto giocatore di golf per soffrire di epitrocleite, un disturbo comunemente chiamato “gomito del golfista” e caratterizzato dall’infiammazione dei tendini dei muscoli epitrocleari dell’avambraccio. A causarlo è la ripetizione continua di alcuni specifici movimenti, in particolare quello di flessione del palmo della mano verso il polso, che accomuna chi pratica non solo il golf, ma qualunque sport che richieda l’utilizzo di racchette o mazze (come il tennis o il paddle), oltre a sport da lancio (come il lancio del giavellotto o il baseball), arrampicata, free climbing e tiro con l’arco.
Il gomito del golfista, noto in medicina anche con il termine di epitrocleite, non ha però a che vedere solo con lo sport, ma è frequente anche in chi per lavoro è obbligato ad usare in modo ripetuto l’arto, come nel caso del falegname, dell’elettricista o del meccanico.
Con il riposo e qualche piccolo accorgimento da adottare ogni giorno i tendini possono guarire, ma se viene trascurato e non curato in modo appropriato il gomito del golfista può causare danni permanenti, come la limitazione di movimenti del gomito, il dolore cronico e l’indebolimento della presa.
Le lesioni tendinee tipiche dell’epitrocleite si manifestano di solito con dolore sul lato interno del gomito, che può estendersi anche lungo l’avambraccio. L’articolazione può risultare rigida, si può avvertire dolore stringendo la mano a pugno e possono intorpidirsi e formicolarsi le dita, soprattutto il mignolo e l’anulare.
Troppe ore di lavoro o di attività fisica che richiedono la ripetizione dei movimenti di flessione del polso, un riscaldamento muscolare inadeguato, strumenti e attrezzi con un’impugnatura non adatta alle proprie mani possono aumentare il rischio di sviluppare questo disturbo.
Per prevenire il gomito del golfista è importante rinforzare i muscoli dell’avambraccio e aumentare la flessibilità dei tendini. Questo risultato si può ottenere eseguendo alcuni semplici esercizi tutti i giorni, prima e dopo qualsiasi attività “a rischio”.
Per esempio, si può stringere ripetutamente, senza forzare, una pallina di spugna per qualche minuto. Oppure si possono impugnare e sollevare piccoli pesi, appoggiando l’avambraccio sul bracciolo di una sedia o su un tavolo, con la mano oltre il bordo, alternando il movimento con il palmo rivolto vero il basso e poi con il palmo verso l’alto. L’importante è fare movimenti delicati e fermarsi immediatamente se si sente dolore.
Sia per i lavoratori a rischio, sia per gli sportivi, è importante infine fare una pausa dall’attività almeno ogni ora.
Che cosa fare se si soffre di gomito del golfista? La prima cura è il riposo, sospendendo le attività che mettono a rischio i tendini del braccio. Per alleviare il dolore si possono fare impacchi di ghiaccio, applicati sulla zona in cui si sente dolore per 15 minuti, tre/quattro volte al giorno. Inoltre, il medico può consigliare l’assunzione di antidolorifici o antinfiammatori da banco.
Se il dolore non si attenua il medico potrebbe prescrivere un tutore per il braccio o un percorso di fisioterapia.
A supporto del benessere tendineo, può essere utile TendiJoint Forte, un integratore alimentare con collagene di tipo I, mucopolisaccaridi, vitamina C, manganese e un estratto di pino marittimo. Queste componenti contribuiscono alla protezione delle cellule dallo stress ossidativo e alla normale formazione del tessuto connettivo.